martedì 21 giugno 2011

Sega: attacco hacker. Salve le carte di credito







Ancora una violazione della privacy, e questa volta a farne le spese è stata Sega. Il colosso nipponico dei videogames ha subito un attacco da parte di alcuni hacker, i quali hanno sottratto i dati personali di oltre 1,29 milioni di utenti registrati.
In particolare, a subire l'attacco lo scorso giovedì è stato il sito della filiale europea a Londra, Sega Pass. Lo ha reso noto la stessa Sega, che comunque ha rassicurato i suoi utenti riguardo alla sottrazione dei numeri di carta di credito. Almeno quelli sono in salvo.
Tra le informazioni trafugate vi sarebbero: nomi, date di nascita, indirizzi e-mail e password cifrate, "Ci scusiamo per il disagio causato ai nostri clienti" ha commentato Sega riguardo all'accaduto, rassicurando sul fatto che "é stata avviata un'inchiesta per fare luce sulle cause".

Da venerdì scorso intanto tutti gli accessi al Sega Pass sono stati temporaneamente sospesi e i vecchi dati d'accesso sono stati disabilitati, onde evitare ulteriori disastri. "Daremo la massima priorità alla sicurezza e faremo ogni sforzo per recuperare la fiducia degli utenti", ha concluso Sega.
Tuttavia, gli hackers di Lulz Security, che nelle scorse settimane hanno sferrato numerosi attacchi ai danni della Sony, del Fondo monetario internazionale e del sito pubblico della Cia, dopo essersi dichiarati innocenti, hanno espresso la propria solidarietà alla Sega promettendo di aiutarla. "Vogliamo aiutarvi a distruggere gli hacker che vi hanno attaccato", hga detto Lulz Security.
Una guerra tutti contro tutti, a difesa della nostra privacy.
Francesca Mancuso

Nokia N9, ecco il super smartphone a tutto schermo con MeeGo




Due anni fa, in occasione del Mobile World Congress di Barcellona, Nokia annunciò l'alleanza con Intel per dare vita alla piattaforma open source MeeGo.
A distanza di due anni, e in relazione all'accordo stretto con Microsoft, le sorti di questo sistema operativo, al pari di quelle di Symbian, sembrano segnate: la casa finlandese sta puntando tutto su Windows Phone e le strategie di sviluppo software sono focalizzate sull'ambiente operativo di Redmond, applicazioni comprese.
L'annuncio, arrivato da Singapore, del nuovo e innovativo smartphone N9 arriva quindi a un po' a "sorpresa", forse per mitigare la penuria di rilasci di apparecchi di fascia alta che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di Nokia. Questo telefonino, basato per l'appunto su MeeGo, è comunque un prodotto che si fa notare per vari motivi, a cominciare dallo schermo touchscreen a tecnologia Amoled da 3,9 pollici che ricopre praticamente l'intera superficie dell'apparecchio, tanto che anche il tasto "home" è sostituito dalle funzionalità tattili. Per tornare alla schermata principale del menu, da qualunque applicazione si stia usando, è infatti sufficiente passare un dito sul bordo del display, ricorrendo al cosiddetto gesto "swipe". Il tutto è reso possibile dal fatto che la scocca del dispositivo è ricavata da un unico pezzo di policarbonato e si unisce senza soluzione di continuità al vetro concavo e antiriflesso dalla curvatura (il vetro è realizzato con tecnologia "Gorilla Glass" per resistere a urti e cadute), regalando un impatto estetico sicuramente originale.

Lele Mora, ordine d'arresto per bancarotta fraudolenta





(Olycom)

Lele Mora è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza di Milano con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento è relativo all'inchiesta aperta sull'agente dei Vip dal pm del capoluogo lombardo Eugenio Fusco. Il gip di Milano, che ha firmato l'ordinanza, ha sottolineato il pericolo di fuga di Mora che vive tra Milano e la Svizzera.
L'accusa: bancarotta fraudolenta per oltre 8 milioni di euro 

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-20/lele-mora-ordine-arresto-182247.shtml

La famiglia di Melania Rea: adesso abbiamo dubbi su Parolisi


Roma, 21 giu. (TMNews) - Anche la famiglia di Melania Rea, la donna trovata morta ad aprile nel bosco di Casermette di Ripe di Civitella, nutre dei dubbi sulle dichiarazioni di Salvatore Parolisi, il marito di Melania, che oggi è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. L'uomo, ricevuto l'avviso di garanzia, si è detto "sereno, non ho nulla da temere". I genitori di Melania, però, si dicono increduli e "hanno preso male questa notizia perché al dolore della perdita della figlia si è aggiunto altro dolore. Parolisi continua ad avere un rapporto con la famiglia Rea, ovviamente, ma ai loro occhi, dopo aver raccontato cose non vere, ha perso credibilità. E oggi, con Salvatore indagato, la famiglia ha dei dubbi sulla sua innocenza", ha dichiarato Mauro Gionni, legale della famiglia Rea.

"Abbiamo appreso solo questa mattina, dopo aver depositato la nomina come persone offese, che Salvatore Parolisi non era solo iscritto nel registro degli indagati, ma gli era stato notificato un invito a comparire e quindi a rendere un interrogatorio. Per questo, dopo esserci risentiti con i familiari abbiamo deciso oltre che di costituirci parte civile, di nominare anche un medico legale di parte", ha spiegato Gionni commentando con il quotidiano online "Affaritaliani" la decisione della Procura di Ascoli.

venerdì 3 giugno 2011

Tamarreide, il reality di Italia 1 sui tamarri con Fiammetta Cicogna






Anche l’Italia avrà il suo show sui tamarri e il titolo è già tutto un programma: Tamarreide. Considerato il successo riscosso in America da Jersey Shore, il reality che vede protagonisti un gruppo di truzzi italo-americani (e la quarta stagione sarà girata proprio da noi!), l’idea di seguire con le telecamere 8 tamarri in giro per lo stivale a questo punto non è neanche tanta “malvagia” ma potrebbe persino funzionare.

Alla guida di questo inedito docu-reality prodotto da MadDoll che sarà trasmesso in prima serata a giugno su Italia 1, troviamo Fiammetta Cicogna: la conduttrice di Wild-Otrenatura avrà il compito di narrare il viaggio on the road lungo la nostra Penisola degli otto protagonisti. A bordo di un camper “attamarrato” per l’occasione (un pullman a 2 piani dotato di zona leaving, otto cuccette, una suite, un bagno e un cucinotto), quattro donne e quattro uomini provenienti da diverse zone d’Italia ma tutti fieri di esseri tamarri gireranno l’Italia alla scoperta delle tradizioni e delle culture del Belpaese rivelando però nello stesso tempo ai telespettatori i loro sogni, lo stile di vita e la loro filosofia tamarra in una serie di prove che dovranno affrontare per misurare il loro livello di “tamarraggine”.

Gmail e il phishing alla cantonese

Trafugate le credenziali d'accesso di numerosi account del servizio di posta di Google. Coinvolti esponenti di governo, attivisti politici e giornalisti. Si tratterebbe di una campagna lanciata in Cina. Pechino nega
Roma - Si tratta dell'ennesimo screzio in quello che è ormai diventato un autentico braccio di ferro tra il colosso del search Google e il governo di Pechino. Un'aggressiva campagna di phishing ha infatti colpito numerosi utenti del servizio di posta elettronica Gmail, caduti nelle grinfie di misteriosi cracker provenienti - almeno apparentemente - da Jinan, nella provincia cinese di Shandong.

Non si tratterebbe però di comuni utenti di BigG. Il gruppo sembra riuscito ad intrufolarsi tra gli account di alcuni attivisti politici della stessa Cina, insieme a quelli di svariati ufficiali di governo statunitensi e della Corea del Sud. Coinvolti anche alcuni giornalisti e vertici militari. A Jinan sarebbero state lette centinaia di missive elettroniche, in seguito al furto delle specifiche credenziali d'accesso.

Stando alle numerose fonti, l'inizio della massiva operazione di phishing risalirebbe allo scorso febbraio, basatasi sull'invio di email fraudolente agli account Gmail in questione. Era stato il blogger Mila Parkour - pseudonimo usato da un esperto in sicurezza informatica negli Stati Uniti - a scoprire per primo le strategie degli cracker asiatici, che avrebbero sfruttato link e allegati fasulli per trafugare username e password.

Il nuovo CEO di Google Larry Page ha infatti sottolineato come il gruppo abbia semplicemente rubato le varie credenziali d'accesso, di fatto non violando alcun sistema di sicurezza predisposto dall'azienda di Mountain View. Le missive inviate agli utenti provenivano da account conosciuti, ad esempio da un amico o da un collega. Da lì, la possibilità di violare la casella di posta e leggere i vari messaggi.

La situazione è di colpo diventata incandescente: le autorità di Washington - in collaborazione con gli agenti federali - hanno aperto un'inchiesta sugli attacchi condotti contro gli utenti servizio di posta elettronica di Google. Il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha sottolineato come la faccenda sia della massima serietà. Il governo a stelle e strisce è partito alla caccia dei responsabili.

Le autorità di Pechino hanno respinto tutte le accuse, definendole del tutto inaccettabili. La stessa Cina sarebbe stata vittima di cracker operativi sull'intero globo, che formerebbero dunque una minaccia internazionale e non di provenienza asiatica. Si attendono ora ulteriori sviluppi dell'ennesimo strappo con la Grande G.
fonte: PI

Jennifer Lopez: ex marito vende suo video hard




Nuovi guai per Jennifer Lopez. La minaccia la fa tornare agli anni ’90 e al matrimonio durate un solo anno con Ojani Noa.
Stando al sito gossipblog.it, l’ex marito sarebbe in possesso di un filmato hard-amatoriale alla cui pubblicazione e diffusione JLo si era opposta attraverso gli avvocati.
E allora che fare? Noa ha pensato bene di venderlo personalmente, consegnando il video all’attuale compagna ed offrendo la clip al “miglior offerente”. Per la Lopez è già panico perché le immagini rischiano di finire presto nel tornado del web.